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Image by Carl Raw

Ludopatia e
Gambling Online

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La Ludopatia o Gioco d’azzardo patologico, secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), coinvolge il 3% della popolazione adulta, ovvero un milione e mezzo di italiani.

La Ludopatia è un vero e proprio disturbo psicopatologico, una forma di dipendenza che induce il soggetto alla coazione a ripetere, alla necessità imperante di giocare e a percepire sofferenza se costretto ad astenersi da gioco. Il desiderio ossessivo di recuperare il denaro perduto può portare il giocatore a perdere completamente la percezione del tempo che dedica al gioco e della quantità di soldi che sta scommettendo. Giocare denaro diventa, almeno in alcuni momenti, il centro di interesse esclusivo, la passione, l’occupazione, la preoccupazione centrale della proprie esistenza. Niente può fermare il giocatore e quest’attività conduce, presto o tardi, alla disorganizzazione della sua vita ed alla totale mancanza di controllo sulla gestione del denaro. Infatti, con il tempo, gli individui colpiti da “ludopatia” cominciano a contrarre debiti e non riescono più a controllare né i soldi persi con le scommesse, né la quantità del tempo trascorso a giocare. Nella maggior parte dei casi queste persone non si rendono conto di avere un problema, fino a quando cominciano a perdere il lavoro e gli affetti.

Recentemente, ADM e ISS, hanno svolto una indagine epidemiologica riferita al triennio 2016-2019 che ha evidenziato come l'inizio del gioco d'azzardo possa collocarsi tra i 18 e i 25 anni. Le nuove stime indicano che i giocatori a rischio sono il 3,5% del target di riferimento e i giocatori problematici il 3%. 

Le aree coinvolte nel disturbo sono:

– Area psicologica: ossessione del gioco, senso di onnipotenza, presunzione, nervosismo, irritabilità, ansia, alterazioni del tono dell’umore, persecutorietà, senso di colpa, alterazioni dell’autostima, tendenza alla superstizione, aumento dell’impulsività, distorsione della realtà;

– Area fisica: alterazioni dell’alimentazione, cefalea, conseguenze fisiche dell’utilizzo di sostanze stupefacenti o alcol, sintomi fisici d’ansia (tremori, sudorazione, ecc.);

– Area sociale: danni economici, danni morali, danni sociali, danni familiari, danni lavorativi, difficile gestione del denaro, isolamento sociale.

La presenza di 5 o più delle seguenti caratteristiche è altamente indicativa della presenza del disturbo, che va comunque diagnosticato da uno specialista.

Il soggetto:

  • È eccessivamente assorbito dal gioco d’azzardo.

  • Ha bisogno di giocare d’azzardo con quantità crescenti di denaro per raggiungere l’eccitazione desiderata.

  • Ha ripetutamente tentato con insuccesso di controllare, ridurre o interrompere il gioco d’azzardo.

  • È irrequieto o irritabile quando tenta di ridurre o interrompere il gioco d’azzardo.

  • Gioca d’azzardo per sfuggire a problemi o per alleviare ad un umore disforico.

  • Dopo aver perso denaro al gioco, spesso torna un altro giorno per giocare ancora (“rincorrendo” le proprie perdite).

  • Mente ai familiari, al terapista o ad altri per nascondere l’entità del proprio coinvolgimento nel gioco.

  • Ha commesso azioni illegali per finanziare il gioco d’azzardo.

  • Ha messo a repentaglio o ha perso una relazione significativa, il lavoro o opportunità scolastiche o di carriera per il gioco d’azzardo.

  • Fa affidamento sugli altri per reperire denaro o per alleviare una situazione finanziaria disperata causata dal gioco d’azzardo.

La cura prevede programmi di riabilitazione personalizzati e svolti in equipe multidisciplinare. Durante il percorso si aiuta il soggetto ad affrontare il problema, uscendo dallo stato di dipendenza in cui si trova. Inoltre il giocatore compulsivo viene coinvolto in incontri individuali e di gruppo che hanno l’obiettivo di ricucire i rapporti familiari deteriorati e quelli professionali interrotti.

 

Con il termine “giochi d’azzardo” si intendono tutti quei giochi il cui risultato finale è determinato dal caso.
Il gioco d’azzardo comprende una serie molto varia di situazioni in cui le persone alimentano una fantasia di vincita in determinati contesti, anche solitari, con una certa ritualità, mediante l’atto di scommettere.
Il giocatore dipendente sente l’impulso per il gioco come un bisogno irrefrenabile e incontrollabile al quale si accompagna una forte tensione emotiva ed una incapacità, parziale o totale, di ricorrere ad un pensiero riflessivo e logico. Il giocatore sano si contraddistingue per il fatto di cercare l’aspetto ludico del gambling mentre nel giocatore d’azzardo prevale la prevalenza della compulsione caratterizzata da tensione crescente.

Sebbene non esista un profilo di personalità specifico predisposto allo sviluppo della dipendenza dal gioco d’azzardo, in realtà i fattori caratteriali o situazionali osservabili nei soggetti che presentano il problema sono la mancanza di autocontrollo (responsabile di comportamenti impetuosi ed impulsivi), la bassa autostima, il sovraccarico di stress, la sensazione di solitudine e la difficoltà a concentrare la propria attenzione.

E’ necessario sottolineare che l’assenza di leggi sufficientemente restrittive, accompagnata dall’incitazione proveniente dalla pubblicità e dall’alta disponibilità degli strumenti di gioco d’azzardo, sono tutti fattori causali ambientali importanti.

Il gambling online, rispetto al gioco d’azzardo offline, presenta:

  • Accessibilità maggiore: la persona può giocare in qualsiasi posto si trovi e a qualsiasi ora;

  • Anonimato: la persona non viene esposta alla possibilità di provare vergogna in presenza di altre persone nel momento in cui dovesse perdere; in assenza di altre persone si riduce inoltre il senso di colpa e la possibilità di affrontare il giudizio altrui.

Questi fattori, insieme all’immediatezza di accesso al gioco d’azzardo online, peggiorano drasticamente la probabilità che i soggetti, presi dall’impulso di giocare, riescano ad attivare le funzioni cognitive tese alla razionale valutazione del rischio e delle conseguenze del gioco.

Dalla valutazione clinica del Team ESC  ed il confronto con gli studi scientifici riteniamo che una spesa superiore al 3% degli introiti mensili è il principale indicatore di rischio di dipendenza patologica (P. Giovannelli et. al., 2014).

 

Qualora si osservassero in un figlio, un parente, un partner , un amico o altra persona vicina, comportamenti o segni che fanno ipotizzare la presenza di un problema legato a un utilizzo di Internet patologico, è importante rivolgersi a uno specialista qualificato ed esperto, al quale riportare le proprie osservazioni e con il quale sarà possibile chiarire l’entità del problema e, ove indicato, costruire insieme una possibilità di confronto con la persona.

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